La Nostra Storia

Conosciamo I Sarti del Borgo attraverso il racconto di uno dei suoi fondatori: Ety Cicioni

Come e quando nasce il suo lavoro?

Nel 1988 ero alla ricerca di un lavoro e grazie ad alcune persone venni a contatto con il mondo della sartoria. Imparai a conoscere stoffe, aghi, bottoni. E parallelamente ad altri lavori frequentai dei corsi professionali. Ebbe così inizio la vera e propria gavetta. Investii passione,tempo e tutto me stesso in quest’ impresa.

Nel 1997 mi giunse la notizia che la Sartoria Vaticana stava cercando una giovane coppia di sarti che si occupassero della realizzazione delle divise delle Guardie Svizzere. Dapprima rifiutai l’ incarico, non mi sentivo all’ altezza, poi riflettendo capii il grande onore nel poter lavorare, seppur indirettamente, per il Santo Padre. Ricordo che per iniziare anche mia madre mi aiutò, lavorando per me ore ed ore. La storia ha fatto il resto.

Cosa ha provato in quel momento?

All’ inizio nulla, quasi non me ne rendevo conto, per me era solo un lavoro da svolgere. Con il tempo realizzai invece che la cosa era più grande di me. Qui, nello Stato del Vaticano, si lavora ad un prodotto che non si fa da nessun altra parte del mondo.

Tutto il prodotto è artigianale, nulla è industriale e lo si lavora ancora con la stessa etica e professionalità dei primi insegnamenti.

Dopo quanto tempo è entrato nell’ ordine di idee ed è diventata un’abitudine?

Mi ci sono voluti quasi quattro anni! Poi con la pratica, io e il mio staff, abbiamo raggiunto dei livelli molto buoni e , ad oggi, siamo gli unici sarti a realizzare le divise delle Guardi Papali. Lavoro difficile e certosino dove ogni uniforme è fatta da 154 pezzi.

Il suo lavoro è molto delicato, come riesce a calibrare stile eleganza, formalità ed autorevolezza?

Senza dubbio il mio lavoro è molto delicato, come in tutti i mestieri il buon gusto e la saggezza sono fondamentali. Tutti noi siamo in contatto quotidiano con alte personalità ecclesiastiche e militari, cariche pubbliche e professionisti della città cercando di essere sempre sorridenti e disponibili. Del resto è molto importante la discrezione, la privacy e il rispetto della persona. Spesso creiamo abiti per un determinato titolo o carica che non è stata ufficializzata…..il segreto è d’obbligo.

Come si svolge nell’atto pratico il lavoro? Com’è la giornata tipo, ed ancora, quante ore si lavora?

Generalmente la giornata lavorativa prevede dieci ore. Si lavora cinque giorni alla settimana. Per realizzare una divisa si impiegano trentanove ore. La confezione richiede precisione e cura dei dettagli, si tratti di una divisa delle guardie, di un abito talare o di un abito laico. Al giorno d’ oggi si è perso quel gusto per l’ abito artigianale, confezionato con cura e manualità.

Cosa vede, se guarda se stesso e il suo lavoro da un punto di vista esterno?

Vedo un’azienda che nel tempo è cresciuta. Sento la stima e l’ ammirazione da parte di tanti alti prelati e professionisti che quando parlano con me confermano queste mie sensazioni. Loro ripongono piena fiducia in me e nel mio lavoro. Con l’ esperienza che abbiamo alle spalle nella realizzazione delle divise delle guardie svizzere, siamo ora veloci, precisi e rodati, e da questa formazione ci siamo spinti verso un nuovo progetto sartoriale: confezionare abiti ecclesiastici di grande pregio e raffinatezza, ma anche collezioni di abiti sartoriali di elevata qualità per l’uomo laico. Nasce così il marchio “ISarti del Borgo”.

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Come e quando nasce il suo lavoro?
Nel 1988 ero alla ricerca di un lavoro e grazie ad alcune persone venni a contatto con il mondo della sartoria. Imparai a conoscere stoffe, aghi, bottoni.
E parallelamente ad altri lavori frequentai dei corsi professionali. Ebbe così inizio la vera e propria gavetta. Investii passione, tempo e tutto me stesso in quest’impresa.
Nel 1997 mi giunse la notizia che la Sartoria Vaticana


stava cercando una giovane coppia di sarti che si occupassero della realizzazione delle divise delle Guardie Svizzere.
Dapprima rifiutai l’ incarico, non mi sentivo all’ altezza, poi riflettendo capii il grande onore nel poter lavorare, seppur indirettamente, per il Santo Padre. Ricordo che per iniziare anche mia madre mi aiutò, lavorando per me ore ed ore. La storia ha fatto il resto... Continua a leggere »